Furto del water d’oro: no, non è il titolo di un film di Hollywood e nemmeno di una commedia all’italiana. È tutto vero. Nel 2019, un gruppo di abili (o forse no) ladri è riuscito a portarsi via un WC d’oro massiccio da 18 carati, un’opera dell’artista italiano Maurizio Cattelan intitolata “America”, esposta al Blenheim Palace, la storica residenza britannica in cui nacque Winston Churchill. Oggi, dopo anni di indagini, due uomini sono stati condannati, mentre un terzo si era già dichiarato colpevole in precedenza.
Il furto del water d’oro, che all’epoca fece il giro del mondo per l’assurdità dell’impresa, sembrava un colpo studiato nei minimi dettagli. E invece no: i responsabili hanno lasciato dietro di sé una scia di indizi degna di un racconto poliziesco mal riuscito. I condannati, Michael Jones (39 anni) e Frederick Doe (36 anni), sono stati incastrati dalle prove raccolte dalla polizia britannica, mentre James Sheen, 40 anni, aveva già ammesso la colpa in tribunale.
Ma il vero mistero resta irrisolto: dov’è finito il celebre WC d’oro? Gli inquirenti ritengono che l’opera sia stata smontata e fusa, rendendo impossibile il recupero. Un destino beffardo per un oggetto dal valore stimato in 5 milioni di euro che, fino al giorno del furto, era stato utilizzato come… una toilette qualunque. Insomma, il furto del water d’oro si è trasformato in una vera e propria caccia al tesoro, con la differenza che il tesoro, con ogni probabilità, non esiste più.
La sentenza definitiva per Doe sarà pronunciata il 19 maggio, mentre per gli altri complici la data è ancora da stabilire. Intanto, l’improbabile destino dell’opera di Cattelan lascia spazio a un’ultima, amara considerazione: alla fine, è probabile che l’unico vero colpo sia stato quello inferto all’arte e alla sua ironica provocazione.
