Costa Concordia, semilibertà per Schettino: ancora un rinvio. Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha deciso di posticipare all’8 aprile l’udienza che potrebbe concedere una parziale libertà all’ex comandante Francesco Schettino, condannato a 16 anni per il naufragio del 12 gennaio 2012 davanti all’isola del Giglio. L’ennesima puntata di una vicenda giudiziaria che continua a far discutere.
Era il 2012 quando la Costa Concordia, con oltre 4.200 persone a bordo, finiva sugli scogli del Giglio. Un incidente che costò la vita a 32 persone e che portò a una delle condanne più seguite della storia marittima recente. Da allora, Schettino è diventato un nome noto a livello mondiale, non solo per la tragedia, ma anche per il famoso ordine impartito dal capitano De Falco: “Torni a bordo, c…!”, una frase che riecheggia ancora nelle memorie di molti.
Dopo aver scontato una parte della pena nel carcere romano di Rebibbia, l’ex comandante ha richiesto la semilibertà, un beneficio che gli permetterebbe di lavorare fuori dal penitenziario durante il giorno, per poi rientrare la sera. Una richiesta che ha già visto diversi rinvii e approfondimenti, segno che la giustizia vuole valutare con attenzione ogni dettaglio prima di concedere il via libera.
Dal carcere, dove si è mantenuto in un profilo basso, Schettino ha partecipato a progetti di digitalizzazione dei processi e ha ottenuto alcuni permessi premio. Un comportamento che potrebbe giocare a suo favore nella richiesta di semilibertà. Tuttavia, il dibattito resta acceso: è giusto concedere un beneficio a chi è stato riconosciuto colpevole di un disastro così grave?
Per ora, la decisione è rimandata. Il tribunale si esprimerà l’8 aprile, lasciando ancora sospesa la sorte dell’ex comandante. Un’attesa che si prolunga e che continua a tenere alta l’attenzione su una vicenda che, anche dopo oltre un decennio, non smette di far parlare.
