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domenica, 28 Aprile 2024

Rifiuti speciali – arresti in Puglia e Basilicata

Rifiuti speciali – arresti in Puglia e Basilicata. Un’associazione per il traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi è stata smantellata dai Carabinieri in Puglia e Basilicata.

Un’associazione per il traffico illecito di scarti di pelle

Questa mattina, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Napoli e della Sezione di Polizia Giudiziaria di Taranto hanno arrestato cinque persone nelle province di Taranto, Brindisi, Matera e Bari.

Si tratta di presunti membri di un’associazione per delinquere che si occupava di traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi, costituiti da ritagli e cascami di lavorazioni della pelle.

I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Un’attività illecita durata almeno 30 anni

L’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Lecce e dalla Procura di Taranto, è partita nel luglio 2019, quando sono stati scoperti degli abbandoni di rifiuti speciali su terreni in agro tarantino.

Le indagini hanno permesso di risalire alle aziende produttrici dei rifiuti, tutte operanti nella produzione di divani nelle aree industriali di Matera, Altamura e Gravina di Puglia.

Secondo gli inquirenti, il leader dell’associazione era un imprenditore che da almeno 30 anni si occupava del recupero dei rifiuti speciali delle aziende, facendosi pagare in contanti o con fatture false.

Dopo aver ritirato i rifiuti, li abbandonava in discariche abusive.

Alla sua morte, il ruolo primario sarebbe stato assunto da un altro indagato, incaricato di reclutare la manovalanza.

Le operazioni dei Carabinieri

I Carabinieri hanno eseguito cinque arresti domiciliari e venti provvedimenti tra reali e patrimoniali nei confronti degli indagati.

Sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro.

Sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per oltre 1 milione e mezzo di euro alle aziende coinvolte nel traffico illecito.

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