La Grecia ha votato. La Grecia ha resistito. La voce della rivoluzione, la voce del cambiamento non ha perso le sue corde nemmeno in queste elezioni anticipate. Syriza, il partito di Alexis Tsipras, ha vinto per la seconda volta. La culla della Democrazia, la Nazione dallo spirito libero, dell’indipendenza, alza i pungi al cielo in nome di una resistenza attiva contro i potenti che vogliono piegarla e renderla suddita. I greci della lotta continueranno con duro lavoro il percorso verso il cambiamento. Verso un’aria diversa. Più giusta. Tsipras, dunque, fa il bis ma per governare dovrà scendere a patti. Si formerà un governo di coalizione. Ha vinto le elezioni col 35% dei consensi. I conservatori di Nuova Democrazia hanno registrato il 28%. Terzo posto invece per l’ultra destra di Alba Dorata. L’affluenza alle urne è stata bassa, pari al 51% ovvero un elettore su due. Comprensibile. Comprensibile che, in una Nazione sfiancata dalla crisi economica, esasperata dalle misure imposte dai creditori europei la metà della popolazione abbia preferito restare a casa. La sfiducia nella politica, nelle Istituzioni è un malessere sociale che pesa e grava ma che non si può condannare. Ma il passato dei greci e della Grecia non è un passato perduto. E le elezioni generali di otto mesi fa unite a queste ultime, lo hanno chiaramente dimostrato. La storia al popolo greco ha insegnato. Ha insegnato ad alzare la testa. A pensare. Ad agire. La Grecia si affaccia e si prepara a vivere una nuova stagione politica con quel premier che nonostante i contrasti e le ostilità, non ha mai abbandonato il suo popolo. Desideroso di portare avanti la battaglia iniziata e di ridare al Paese la dignità che merita, i Greci hanno riposto, ancora una volta, il loro futuro nelle sue mani.
La ricerca è movimento. La Grecia, si muove.
E. D’E.