Sono passati meno di due anni dalla nascita di George, ma è già arrivata la seconda Royal Baby. Alle 8.34 locali di stamane la Duchessa di Cambridge ha dato alla luce una femminuccia di 3,7 chilogrammi. Il parto è avvenuto nella Lindo Wing dell’ospedale St. Mary, nella zona di Paddington a Londra, seguito dall’ostetrico esperto e ginecologo Guy Thorpe-Beeston (che già fece parte del team che portò alla nascita del principino George) e da papà William. Kate era stata ricoverata questa mattina alle 7.00 italiane nell’ala privata della clinica, la stessa dove nel 2013 nacque George.
Come si chiamerà la principessina ancora non si sa, ma il toto-nome in Inghilterra è già partito da tempo, con tanto di tabelloni e quote. I bookmaker londinesi tornano a puntare su Alice, seguito da Charlotte, Elizabeth e Victoria.
<<E’ una principessa, quella che tutti aspettavamo>> riferisce ai giornalisti uno dei fedeli sudditi che da giorni sono accampati di fronte all’ospedale.
La secondogenita di William e Kate è la prima principessa della famiglia reale britannica dopo 25 anni e la persona di sesso femminile di più alto grado nella successione al trono, dove è quarta dopo il nonno Carlo, il padre William e il fratello George. Era da 65 anni che non nasceva una femminuccia così in alto nella successione, dalla nascita della principessa Anna, figlia della regina Elisabetta della quale la piccola nata oggi è quinta bisnipote.
La regina, il principe Filippo, il principe Carlo e il principe Harry – rispettivamente bisnonni, nonno e zio della neoanta principessina – sono stati subito informati. Non è previsto che la sovrana visiti la neonata in ospedale, ma al rientro dei duchi a Kensington Palace. Il principino George sarà invece fra i primi a conoscere la sorellina, oltre al principe Carlo, la moglie Camilla e ai Middleton, genitori di Kate.
Dopo il tweet “Sua altezza reale la duchessa di Cambridge ha dato alla luce una bambina alle 8.34 del mattino”, davanti alla Lindo Wing non è mancato il tradizionale annuncio dell’araldo di corte.
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