I ricercatori di San Diego, negli Stati Uniti, presso la school of Medicine della University of California, hanno scoperto che la capsaicina, un principio attivo presente nei peperoncini piccanti come quegli del Cile, producono l’attivazione permanente di un recettore per le cellule che genera una reazione che riduce il rischio di tumori del colon-retto.
Lo studio è stato pubblicato questo venerdì in “Giornale di ricerca clinica”.
La capsaicina è già ampiamente usata come analgesico e grazie alle sue proprietà di intorpidimento dei nervi è utilizzata come irritante nei gas lacrimogeni meno pericolosi. È inoltre l’ingrediente attivo degli spray al pepe.
I ricercatori hanno alimentato con la capsaicina topi geneticamente inclini a sviluppare tumori multipli nel tratto gastrointestinale. Il trattamento ha comportato una riduzione dell’onere di tumore ed allungando la vita dei topi più del 30 per cento, un trattamento che è risultato ancora più efficace se combinato con celecoxib, un farmaco antinfiammatorio non steroideo già approvato per l’uso in alcune forme di artrite e dolori.