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sabato, 23 Novembre 2024

Primo Maggio a Taranto: cronaca di un Concerto

A Taranto, il 1°Maggio è oramai una realtà. A Roma hanno fiutato il pericolo di un imminente spostamento dell’attenzione. Per la città jonica, sempre bistrattata, almeno questo…

Piove, non piove e, all’improvviso il maltempo termina come per incantesimo: sono le 14.30 e Michele Riondino da il via al mega-concerto. Si sente un boato: è l’urlo della folla. Si legge la felicità anche sul volto dei conduttori: il cantante Luca Barbarossa, la nostra Valentina Petrini e Andrea Rivera. Come da copione, si parte con Caparezza. Bravissimo, divertentissimo, di grande qualità la sua performance. Bravo! Si prosegue con i giovani e si da voce ai lavoratori. Roy Paci, il direttore artistico, nonché produttore del tarentino Diodato, non sta nella pelle! Parla di 60.000 presenze (secondo noi sono molto di più i presenti). Il pubblico s’infiamma: ci sono gli Après La Classe. E’ la volta di un’attrice tutta jonica: la nostra amica Anna Ferruzzo. Lei parla liberamente e senza mezzi termini: ama questa terra più che mai e lancia parole forti contro il sistema che penalizza questa città, in balia del mal’ambiente. Si va con i filmati: vengono i brividi nel seguire quanto accade nella terra dei fuochi, ormai sorella di questa Taranto che soffre. Tra proclami e messaggi di ripartenza, arriva il rap sul palco. E’ la volta di Tina di Crotone, una donna ammalata di cancro. Lei descrive situazioni molto simili a quelle di Taranto e lancia un anatema agli amministratori di queste terre. E’ applaudita lungamente! Un altro momento di commozione, giunge dal ricordo del piccolo Alessandro Rebuzzi ad opera di Michele Riondino. (Il piccolo è deceduto due anni fa per tumore). La gente continua ad arrivare: si parla di presenze raddoppiate rispetto all’inizio del concerto. Sono le 18.45: arriva il preannunciato collegamento con il Sudan, dove, dall’altro capo del telefono c’è Gino Strada (Emergency): “Taranto è la dimostrazione del diritto negato. Non si può mettere sullo stesso piano salute e lavoro. Il 1° maggio deve essere una battaglia per la civiltà”. Questo, in sintesi, il suo messaggio. I presentatori sono impeccabili e caricano il pubblico, sempre più incitante. Qualche giovane stanco o forse un po’ brillo, crolla esamine…. Ma gli infermieri ed i medici sono pronti a riportare la serenità: tutto funziona a meraviglia mentre lo strato di fango ha ormai colorato di marrone i nostri indumenti e le nostre scarpe sono ormai da buttare… Va alla grande Filippo Graziani, figlio del mitico Ivan (morto prematuramente per un male incurabile). Chi infiamma il pubblico ancor di più è un tarantino puro: Fido Guido. Tra un messaggio e l’altro, giunge il momento di un nuovo idolo dei due mari, proveniente da Sanremo: il suo nome è Diodato, un vero fuoriclasse della musica leggera. Il clou della serata giunge attorno alle 20.30: è la splendida Fiorella Mannoia a far sognare il pubblico, stimato intorno alle 110.000 presenze (da verificare). La rossa italiana. già presente l’anno scorso, sessantenne da pochi giorni, canta, balla e lancia messaggi molto forti. Personalmente, nell’intervista privata, non si risparmia e arriva a dire che i nostri amministratori devono mollare per il bene dei cittadini di Taranto. Subito dopo, arriva Vinicio Capossela e viene accolto con un boato. Il suo grido è: W la Repubblica dei lavoratori, W la Repubblica della libertà. Torna sul palco Fido Guido, i Sud Sound System, che avevano, precedentemente, accompagnato Fiorella Mannoia: scaldano, ancor di più, i giovani tarentini. Sul finire, arriva il reggae di Don Ciccio e Mama Marjas. Finale incandescente con i Tre Allegri Ragazzi Morti e gli Afterhours. Insomma: un grande concerto, forse il vero concerto del 1° Maggio: Roma Capitale è avvisata!

                                                                                                            Francesco Leggieri

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