La comunità scientifica conferma un significativo aumento degli asteroidi che sfiorano l’orbita terrestre: sono oltre 40mila quelli finora catalogati, con circa duemila che presentano una probabilità, pur minima, di avvicinarsi pericolosamente al nostro Pianeta nei prossimi decenni. Si tratta comunque di percentuali estremamente basse, riguardanti oggetti di dimensioni ridotte e quindi non considerati una minaccia reale.
Le scoperte non si fermano: negli ultimi tre anni sono stati rilevati diecimila nuovi corpi celesti, un ritmo di crescita dettato dall’evoluzione dei telescopi e dei sistemi di osservazione automatizzati. Il primo asteroide vicino alla Terra venne identificato nel 1898, ma è solo negli ultimi anni che il monitoraggio ha raggiunto una precisione tale da permettere di tracciare con costanza i cosiddetti Near Earth Objects.
Secondo gli esperti, la maggior parte degli asteroidi più grandi — quelli con un diametro superiore al chilometro — è già stata individuata e classificata. Restano più difficili da intercettare i corpi di dimensione media, tra 100 e 300 metri, dei quali si stima sia emersa soltanto una parte. Proprio per questo l’Agenzia spaziale europea ha avviato o rafforzato diverse missioni dedicate alla difesa planetaria: la sonda Hera, impegnata nell’analisi dell’asteroide Dimorphos; Ramses, che seguirà da vicino il passaggio ravvicinato di Apophis; e Neomir, progettato per coprire le zone del cielo che restano invisibili agli strumenti terrestri a causa della luce solare.
Un lavoro complesso e costante, che non mira a creare allarmismi ma a garantire un controllo sempre più accurato di ciò che accade intorno al nostro Pianeta.
