C’è un mistero che da anni affascina gli astronomi: quel bagliore della Via Lattea che pulsa al centro della nostra galassia. Nessuno è ancora riuscito a spiegarlo con certezza, ma una nuova ricerca della Johns Hopkins University apre una pista intrigante: potrebbe trattarsi del primo segnale concreto della materia oscura, quella sostanza invisibile che costituisce gran parte dell’universo.
Gli studiosi americani hanno ricostruito, grazie a un supercomputer, la storia della nostra galassia. Le simulazioni mostrano che, nei suoi primi miliardi di anni, la Via Lattea si è formata inglobando sistemi più piccoli ricchi di materia oscura. Queste particelle, concentrandosi verso il centro, avrebbero potuto collidere generando il misterioso bagliore di raggi gamma osservato dal telescopio spaziale Fermi.
Un risultato sorprendente, che ricalca perfettamente le mappe reali del cielo. Tuttavia, come precisano i ricercatori, non si tratta ancora di una prova definitiva: l’alternativa è che quella luce sia prodotta da pulsar a millisecondi, stelle di neutroni che ruotano a velocità vertiginosa. Il problema è che, finora, ne sono state individuate troppo poche per spiegare la luminosità registrata.
Se confermata, la scoperta aprirebbe un nuovo capitolo nella comprensione del cosmo. Per ora, il bagliore della Via Lattea resta un enigma affascinante, un richiamo luminoso che continua a interrogare la scienza e ad alimentare la curiosità di chi guarda verso le stelle.