L’universo non smette mai di sorprenderci, soprattutto quando si tratta del suo abitante più misterioso e affascinante: il buco nero. Ma attenzione, non stiamo parlando di un comune buco nero, bensì di un “Buco Nero Singolatore“, un fenomeno astronomico che sembra danzare al ritmo di gas cosmici.
Per quattro mesi, un buco nero al centro di una lontana galassia ha emesso pennacchi di gas ogni 8,5 giorni, un comportamento mai osservato prima e che potrebbe essere la chiave per capire meglio l’universo che ci circonda. Questo ritmo regolare sembra suggerire la presenza di un secondo buco nero più piccolo, una sorta di partner in questa danza celestiale, che periodicamente attraversa il disco di accrescimento del buco nero maggiore.
Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Science Advances da un team internazionale di astronomi, ha il potenziale di cambiare radicalmente la nostra comprensione dei buchi neri e dei loro dischi di accrescimento. Fino ad ora, questi ultimi erano considerati come dischi di gas relativamente uniformi. Invece, potrebbero essere teatri di dinamiche ben più complesse, ospitando altri buchi neri e persino stelle.
Il “Buco Nero Singolatore” si trova a ben 800 milioni di anni luce da noi, ma grazie alla rete di 20 telescopi robotici Asas-Sn e al telescopio a raggi X Nicer della Nasa, abbiamo potuto sbirciare in questo angolo remoto dell’universo. La periodicità delle sue emissioni, simili a quelle che si osservano quando un pianeta transita davanti alla sua stella, apre nuove strade alla comprensione dei meccanismi che regolano i buchi neri e il loro ambiente.
La possibilità che un buco nero possa avere un “compagno” che periodicamente attraversa il suo disco di accrescimento e ne perturba la quiete, generando pennacchi di gas, è qualcosa che fino ad ora era stato solo teorizzato. Eppure, il “Buco Nero Singolatore” potrebbe essere la prova vivente di questa teoria.
La danza del “Buco Nero Singolatore” e del suo invisibile partner ci ricorda quanto ancora ci sia da scoprire sullo spazio che ci circonda. Questa scoperta non solo arricchisce il nostro sapere, ma stimola l’immaginazione di cosa altre meraviglie celesti ci attendano dietro l’angolo cosmico.