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venerdì, 22 Novembre 2024

Prevenzione e attività fisica nella lotta contro il tumore al seno.

Pink is good. Questo l’urlo di battaglia e il nome del progetto promosso dalla Fondazione Umberto Veronesi per la prevenzione del tumore al seno. Il tumore del seno (o carcinoma mammario) è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. E’ la neoplasia più diagnosticata tra le donne, con un incidenza maggiore sopra i 50 anni d’età. In Italia circa 48.000 donne ogni anno ricevono diagnosi di tumore al seno. Si sa ancora poco sulle cause ma alcuni fattori di rischio sono stati associati alla probabilità di ammalarsi. Tra questi troviamo appunto l’età, la presenza di altri casi di tumore in parenti prossimi, fattori ormonali (il rischio è strettamente correlato ai livelli e alla durata di esposizione agli estrogeni da parte della ghiandola mammaria) e ancora, sovrappeso e obesità, stile di vita sedentario, fumo, abuso di alcol, dieta povera di frutta e verdura. Se la malattia è scoperta in fase precoce la sopravvivenza raggiunge il 98%. I tassi di guarigione sono raddoppiati e questo grazie a fattori come il miglioramento delle terapie e la prevenzione (primaria e secondaria). La prevenzione secondaria fondamentale per la diagnostica precoce comprende esami come mammografia, ecografia mammaria o autopalpazione che permettono di prendere per tempo la malattia. La prevenzione primaria ha invece l’obiettivo di ridurre l’incidenza della neoplasia, andando a rimuovere o modificare quei fattori che causano o condizionano l’insorgenza. Questo spesso risulta complicato per via della multifattorialità dei tumori. Sicuramente uno stile di vita sano con adeguati livelli di attività fisica influisce positivamente sull’eliminazione di alcuni fattori di rischio. L’ACSM (American College of Sport Medicine) afferma che bastano 30-50 minuti di attività ad intensità moderata al giorno. Ma l’esercizio non è utile solo nella prevenzione della patologia. Negli ultimi 20 anni la ricerca sull’efficacia dell’attività fisica dopo una diagnosi di tumore si è sviluppata notevolmente mettendo in evidenza come l’attività fisica sia utile anche dopo la diagnosi di tumore e dopo il superamento della malattia portando miglioramenti e modificazioni su ambiti fisiologici e psicologici. Sotto l’aspetto psicologico si avrà un miglioramento della fiducia in se stessi, lavorando in gruppo  ci si trova nella condizione di confrontarsi positivamente con gli altri, distrarsi, fare nuove amicizie con persone che condividono le stesse paure e dubbi. Sotto l’aspetto fisiologico ci sarà un miglioramento di tutte le funzioni dell’organismo, migliorerà l’aspetto cardiovascolare, la forza, la flessibilità con un netto miglioramento della qualità della vita.
Un esempio sono le 40 donne di Pink is good che hanno lottato e hanno vinto la battaglia più grande, quella contro la neoplasia ed ora si preparano a raggiungere un altro obiettivo. Correre 21 km alla mezza maratona di Valencia il 17 Ottobre. Correre favorendo il vento della prevenzione, correre affinchè la ricerca non si fermi mai.

E. D’E.
in collaborazione con la Dott.ssa in Scienza Motorie Giorgia Cocco

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