Il concorso docenti 5 Regioni finisce in un clamoroso stop: il Tar ha deciso di annullare tutto. Motivo? Un dettaglio tecnico che, nel mondo dei concorsi pubblici, è come dimenticare la salsa nel piatto di carbonara: la violazione dell’anonimato.
In Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Puglia e Umbria, ai candidati è stato chiesto di scrivere nome e cognome sui fogli della prova pratica. Un piccolo particolare che, a quanto pare, non è sfuggito a chi ha fatto ricorso. Il Tribunale amministrativo di Ancona ha accolto il reclamo di alcuni concorrenti, decretando che la prova dovrà essere rifatta, con tanto di ripetizione dell’orale e una nuova graduatoria.
E adesso? Il Ministero dell’Istruzione si ritrova con una bella gatta da pelare. Il concorso, pensato per assegnare 60 posti nella classe B022 (Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali), dovrà subire una revisione completa. Gli aspiranti insegnanti che avevano già superato la prova scritta (ben 174) dovranno armarsi di pazienza e ripresentarsi. Per loro, la possibilità di rigiocarsi tutto, nel bene e nel male.
Le assunzioni già effettuate per l’anno scolastico 2024/2025 non saranno toccate, ma resta il problema di una procedura che, nel tentativo di essere trasparente, ha finito per inciampare su un errore banale. Chissà se questa nuova prova sarà finalmente organizzata senza intoppi o se dobbiamo prepararci a un altro colpo di scena. In ogni caso, il concorso docenti 5 Regioni resta una vicenda che più italiana di così non si può.