I cittadini italiani saranno chiamati alle urne nella primavera del 2025 per esprimersi su cinque quesiti referendari. La data precisa, ancora da stabilire, sarà compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Escluso il quesito sull’Autonomia differenziata, dichiarato inammissibile dalla Consulta, saranno al centro del voto quattro temi sul lavoro, proposti dalla CGIL, e uno sulla cittadinanza.
Il referendum sulla cittadinanza propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale richiesto per gli stranieri extracomunitari maggiorenni per ottenere la cittadinanza italiana, in linea con altri Paesi europei.
I quesiti sul lavoro puntano a modificare alcune norme del Jobs Act e migliorare le tutele dei lavoratori. Tra le proposte, l’eliminazione del tetto agli indennizzi per i licenziamenti ingiustificati nelle piccole imprese e la revisione delle responsabilità negli infortuni sul lavoro negli appalti.
Non ci sarà accorpamento con le elezioni amministrative, spostate al 2026 per riallineare il calendario elettorale. Resta l’incognita del quorum: affinché i referendum siano validi, dovrà votare almeno il 50% degli elettori più uno.
Sarà una primavera di confronto su temi centrali per il Paese, con i cittadini chiamati a esprimere la loro opinione su questioni che riguardano lavoro e diritti.