Il granchio blu, già noto per i danni all’ecosistema dell’Adriatico, affronta una nuova sfida: un parassita che rende la sua carne dal sapore amaro. Secondo gli studi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, il 97% degli esemplari analizzati in Emilia-Romagna risulta infetto da Hematodinium, responsabile della cosiddetta “malattia del granchio amaro”.
Questo problema non compromette la salute umana, ma rende la carne del crostaceo poco appetibile. Inoltre, se consumato crudo o poco cotto, il granchio blu potrebbe causare disturbi intestinali legati ai batteri presenti.
L’infezione colpisce in maniera variabile nelle diverse regioni: mentre il Friuli è immune, il Veneto registra un 33% di casi e l’Emilia-Romagna arriva a tassi critici. La presenza del parassita influisce anche sul commercio, poiché gli esemplari infetti risultano più fragili e meno commerciabili.
Nonostante le difficoltà, altre nazioni hanno trovato modi creativi per valorizzare questa specie invasiva. Potrebbe essere un esempio da seguire per trasformare una crisi in opportunità economica.