Ogni anno in Italia nascono circa 15mila bambini che rischiano di sviluppare l’ambliopia, comunemente nota come “occhio pigro”. Si tratta di una condizione in cui uno degli occhi presenta una capacità visiva ridotta, anche con l’uso di occhiali o lenti a contatto, perché il cervello privilegia le immagini ricevute dall’occhio sano, penalizzando quello più debole.
Secondo gli esperti, la patologia diventa irreversibile intorno agli 8 anni, rendendo fondamentale la diagnosi precoce. Gli screening visivi, raccomandati già dai 3 anni e ripetuti ogni due anni, possono fare la differenza. Le cause principali includono difetti congeniti come cataratta o glaucoma, ma spesso sono i difetti refrattivi non diagnosticati, soprattutto quando differiscono tra i due occhi, a determinare il problema.
La prescrizione di occhiali correttivi e l’eventuale uso di bendaggi sull’occhio sano permettono un pieno recupero della visione, ma la collaborazione dei genitori è cruciale. Seguire il trattamento può essere impegnativo, soprattutto con bambini più grandi, ma i benefici per la salute visiva sono permanenti.
L’argomento è stato approfondito durante il 15° Congresso Nazionale AIMO, in corso a Roma presso il Palazzo dei Congressi, dove esperti e medici hanno ribadito l’importanza della sensibilizzazione e della prevenzione.