Il picco di pubertà precoce a 8 anni è un fenomeno che sta preoccupando gli esperti sanitari in tutto il mondo. La pandemia ha accentuato tendenze già preoccupanti legate allo stile di vita sedentario e all’uso eccessivo di dispositivi elettronici tra i più giovani.
Cosa dicono gli esperti
Gli ospedali pediatrici, come il Bambin Gesù di Roma e il Meyer di Firenze, hanno rilevato un incremento sostanziale dei casi di pubertà precoce, soprattutto tra le bambine. La prima mestruazione, un tempo evento atteso intorno ai 12 anni, si verifica ora in media a 11 anni e mezzo, un anticipo non trascurabile che medici come Stefano Stagi collegano direttamente a fattori ambientali stressanti e all’eccessiva esposizione a schermi e dispositivi.
Implicazioni sanitarie
Oltre agli aspetti psicologici, la pubertà precoce porta con sé rischi sanitari significativi. Disturbi endocrinologici, problemi di crescita e sfide psicologiche sono solo alcuni degli effetti collaterali di questo sviluppo anticipato. Questa condizione, per la quale il trattamento spesso si basa sull’uso di farmaci come la triptorelina, richiede una gestione attenta e spesso personalizzata.
Prevenzione e raccomandazioni
Per prevenire un ulteriore aumento dei casi, gli esperti suggeriscono una riduzione del tempo trascorso dai bambini davanti agli schermi e un incremento dell’attività fisica. È essenziale, inoltre, educare le famiglie sull’importanza di un ambiente meno stressante e più equilibrato per i propri figli.
È fondamentale che genitori, educatori e politici collaborino per invertire questa tendenza preoccupante e garantire un futuro più sano per le nuove generazioni.