L’Italia rifiuta il Green Pass globale: è questa la ferma decisione annunciata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, che ha scosso l’arena internazionale, delineando un nuovo capitolo nella gestione della pandemia in Italia. La scelta di non aderire al certificato sanitario globale proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riflette una precisa strategia nazionale, orientata verso la valorizzazione delle proprie risorse e infrastrutture digitali in ambito sanitario.
L’Italia, con voce chiara e decisa, si distacca dal coro internazionale sull’adozione del Green Pass globale. La posizione del ministro Schillaci apre un dialogo critico sulle reali necessità di salute pubblica del Paese, privilegiando una via “made in Italy” per la gestione dei documenti sanitari digitali.
La mossa del governo italiano non è una semplice negazione, ma piuttosto una riaffermazione delle proprie priorità nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’accento viene posto sulla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico, strumento ritenuto più consono a rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini italiani.
Questo percorso di autonomia nella gestione della salute pubblica non è solo una dimostrazione di indipendenza, ma anche un segnale di innovazione. L’Italia rifiuta il Green Pass globale, ma non rifiuta il progresso: la decisione incarna la volontà di investire in soluzioni tecnologiche proprie, capaci di garantire sicurezza e privacy ai suoi cittadini, in linea con gli obiettivi del PNRR.
In un mondo dove la digitalizzazione dei servizi sanitari diventa sempre più una necessità, l’Italia sceglie di percorrere una strada propria, rafforzando le infrastrutture nazionali e ponendo le basi per un sistema sanitario più resiliente e accessibile. La decisione di non aderire al Green Pass globale non è quindi un passo indietro, ma una scelta consapevole verso un futuro di autonomia, salute e innovazione.