Nel Regno Unito si profila una svolta storica: il governo guidato da Keir Starmer ha annunciato una riforma che abbasserà l’età per votare a 16 anni. Il provvedimento, presentato dalla sottosegretaria Rushanara Ali, prevede l’estensione del diritto di voto già dalle elezioni politiche del 2029. La riforma, parte del programma elettorale del Labour, mira a uniformare il quadro nazionale a quello di Scozia e Galles, dove i giovani sopra i 16 anni votano già da tempo alle elezioni locali.
Non si tratta solo di un gesto simbolico, ma di un adeguamento ai tempi: i sedicenni già oggi possono lavorare, pagare le tasse e arruolarsi nell’esercito, dunque, secondo il governo, è giusto che possano partecipare anche alla vita democratica del Paese. Oltre all’abbassamento dell’età, la riforma prevede anche una semplificazione delle modalità di identificazione per il voto, introducendo la possibilità di usare documenti più accessibili come le carte bancarie con foto.
Con questa riforma, il Labour punta anche a recuperare consenso tra i giovani, segnando il cambiamento più significativo dal 1969, quando l’età per votare fu abbassata da 21 a 18 anni. Un passo importante che potrebbe ridisegnare il futuro politico del Regno Unito.