Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump ha annunciato una misura tanto sorprendente quanto controversa: un contributo economico di 1000 dollari destinato agli immigrati irregolari che scelgano volontariamente di lasciare il Paese. Il piano, presentato dal Dipartimento della Sicurezza Interna, prevede che i fondi vengano erogati solo dopo il rientro confermato tramite l’applicazione governativa “Cpb Home”, appositamente creata per monitorare il processo.
La decisione si inserisce in un più ampio programma di riforma che, nelle ultime ore, ha incluso anche altri provvedimenti dal forte impatto simbolico. Tra questi, la sospensione delle sovvenzioni federali all’università di Harvard, accusata di cattiva gestione finanziaria, e la proposta di riaprire il carcere di massima sicurezza di Alcatraz. A completare il quadro, l’introduzione di nuovi dazi sui film stranieri, con l’intento dichiarato di tutelare la produzione cinematografica nazionale.
Il pacchetto di misure riflette l’approccio diretto e spesso divisivo che ha contraddistinto la politica migratoria dell’ex presidente sin dal suo primo mandato. La proposta del bonus ai migranti viene descritta come un’alternativa “più umana” alle espulsioni forzate, ma le reazioni del mondo politico e accademico restano fortemente polarizzate.
