Un secondo mandato d’arresto è stato emesso per Yoon, l’ex presidente sudcoreano al centro di una delle crisi politiche più gravi del Paese. Dopo il fallito tentativo di imporre la legge marziale lo scorso 3 dicembre, Yoon ha rifiutato di essere interrogato per ben tre volte, alimentando tensioni e sospetti.
Le autorità hanno solo 48 ore per decidere se prolungare la sua detenzione o rilasciarlo, mentre l’opinione pubblica si spacca tra chi invoca giustizia e chi teme ripercussioni sulla stabilità del Paese. Il caso Yoon mette in evidenza la fragilità politica della Corea del Sud, portando alla ribalta temi come l’abuso di potere e la corruzione.
Il futuro dell’ex presidente resta incerto, ma questa vicenda segna un momento cruciale nella storia recente del Paese.