In un clima di crescente polarizzazione politica, la Premier Giorgia Meloni è stata oggetto di minacce online alla vigilia della sua visita a Caivano, un comune della Campania. Gli autori, apparentemente in disaccordo con la sua visione sul Reddito di Cittadinanza, hanno lasciato commenti inquietanti come “Sicura che tornerai a casa?” sui suoi profili social.
Questo episodio solleva una serie di domande urgenti sullo stato della democrazia e della libertà d’espressione in Italia. Non è la prima volta che un politico viene minacciato per le proprie idee, ma l’incidenza di questi atti sembra essere in aumento. Si tratta di una tendenza preoccupante che va oltre le singole differenze di opinione, minando le fondamenta del dibattito pubblico e democratico.
Il governo ha espresso solidarietà verso la Premier, sottolineando che minacce di questo tipo non hanno posto in una società civile. Ma esprimere solidarietà non basta; è necessario che le istituzioni prendano misure concrete per garantire la sicurezza dei servitori pubblici e per inasprire le pene contro chi usa la violenza verbale e fisica come strumento di intimidazione politica.
Nel contesto più ampio, l’episodio di Caivano è un campanello d’allarme su come le reti social possano essere veicoli di odio e divisione. È tempo di riflettere seriamente su come mitigare l’effetto tossico dei social media sulla convivenza civile e democratica. Allo stesso tempo, è fondamentale che i cittadini mantengano un approccio critico, ma rispettoso, nel confronto politico, ricordando che la democrazia è un bene comune da preservare con responsabilità da tutti.