La Procura della Repubblica di Pavia ha aperto un’indagine riguardante un allevatore e un veterinario locali, accusati di non aver segnalato tempestivamente i primi casi di morti sospette di maiali in una fattoria del Pavese. La mancata comunicazione avrebbe potenzialmente esposto l’intera filiera produttiva suina a gravi rischi sanitari, dato il rapido contagio e la letalità della peste suina.
Secondo le prime informazioni, l’allevatore e il veterinario avrebbero omesso di informare le autorità sanitarie circa la morte di numerosi maiali nell’arco di pochi giorni, un campanello d’allarme nella gestione di malattie infettive su larga scala. “Se confermate, queste accuse sarebbero gravissime,” afferma Marco Rossi, esperto di sicurezza alimentare. “La peste suina non colpisce solo gli animali, ma ha un impatto economico devastante su allevatori e industria alimentare.”
In questo momento, gli inquirenti stanno esaminando documenti e prove per stabilire se vi siano state violazioni delle procedure standardizzate in caso di epidemie animali. L’indagine potrebbe anche portare a una revisione delle linee guida vigenti e a sanzioni severe per i responsabili.
La comunità locale è in allerta e la notizia sta alimentando un dibattito acceso sulla responsabilità degli addetti ai lavori nel garantire la sicurezza alimentare e la salute pubblica. La questione assume particolare rilevanza in un momento in cui la filiera alimentare è già sotto pressione per diverse ragioni, dalla sostenibilità ambientale all’etica del benessere animale.
Se le accuse verranno confermate, il caso potrebbe diventare un esempio emblematico della necessità di una vigilanza più rigorosa e di una comunicazione più trasparente tra gli attori del settore agroalimentare e le autorità sanitarie.