Il presidente russo Vladimir Putin ha accettato un invito formale dal leader cinese Xi Jinping per partecipare al prossimo ‘Belt and Road Forum’ ad ottobre. La notizia giunge in un momento delicato delle relazioni internazionali, segnando il primo viaggio di Putin all’estero da quando un mandato di arresto è stato emesso nei suoi confronti da parte di un paese occidentale non specificato.
L’incontro, che si terrà a Pechino, è visto come un segno di ulteriore avvicinamento tra Russia e Cina, due potenze che hanno recentemente intensificato la loro cooperazione su vari fronti, dalla difesa al commercio energetico.
La partecipazione di Putin al forum è interpretata da molti come una mossa calcolata per rafforzare la posizione della Russia sul palcoscenico mondiale e potrebbe essere un segnale per gli Stati Uniti e i loro alleati.
Le tensioni tra Russia e Occidente sono aumentate in seguito all’emissione del mandato di arresto, che ha portato a speculazioni su possibili sanzioni più severe e sull’isolamento diplomatico della Russia.
Tuttavia, il sostegno di Pechino potrebbe fornire a Mosca il backup geopolitico di cui ha bisogno per affrontare le pressioni occidentali.
L’invito al forum arriva anche in un periodo in cui la Cina è sotto scrutinio per le sue attività nel Mar Cinese Meridionale e per questioni di diritti umani. L’evento potrebbe offrire a entrambi i leader l’opportunità di dimostrare unità e di delineare una visione congiunta per un nuovo ordine mondiale.
In sintesi, la partecipazione di Putin al ‘Belt and Road Forum’ rappresenta non solo un’escalation nel rapporto Russia-Cina, ma anche una sfida implicita all’ordine internazionale dominato dall’Occidente.
La mossa pone questioni urgenti sul futuro delle relazioni globali e sul bilanciamento delle superpotenze nel 21° secolo.