Il dibattito sull’accesso delle donne al diaconato continua a muoversi tra cautela e incertezze. La relazione consegnata al Papa dal cardinale Giuseppe Petrocchi, presidente della Commissione di Studio sul Diaconato Femminile, sottolinea che al momento non esistono le condizioni per aprire questa possibilità, pur senza chiudere definitivamente la questione.
Secondo Petrocchi, all’interno della Commissione non si è raggiunto un orientamento condiviso, e in molte aree del mondo il diaconato stesso è poco presente, fattori che suggeriscono un approccio prudente. Anche i contributi inviati dopo il Sinodo sono stati pochi e provenienti da un numero limitato di Paesi, quindi insufficienti a rappresentare realmente il sentire della Chiesa universale.
Numerose donne hanno descritto il loro servizio pastorale, talvolta già simile a funzioni diaconali, esprimendo il desiderio di un riconoscimento ufficiale. Alcune hanno parlato di vocazione personale, altre di un’esigenza di maggiore visibilità e pari dignità all’interno della comunità ecclesiale.
La discussione si è divisa in modo netto anche su temi teologici, come il legame tra la figura di Cristo e la mascolinità dei ministri ordinati. Questa spaccatura, unita alla mancanza di un consenso più ampio, ha portato la Commissione a non pronunciarsi in modo definitivo.
In sostanza, il confronto rimane aperto: nessuna rivoluzione imminente, ma nemmeno una chiusura totale. Una fase interlocutoria destinata probabilmente a proseguire.
