Il 25 novembre torna a ricordarci una verità che il Paese fatica ancora ad affrontare: la violenza contro le donne continua a essere un’emergenza sociale che attraversa confini, generazioni e contesti. Le iniziative istituzionali – palazzi illuminati, campagne simboliche, dichiarazioni di impegno – cercano di dare un segnale, ma i numeri restano impietosi: secondo le rilevazioni più recenti, in Italia si registra un femminicidio ogni tre giorni, nella maggior parte dei casi all’interno delle relazioni più strette.
Nella giornata dedicata alla lotta contro questa piaga, il mondo politico ribadisce la necessità di un cambiamento culturale profondo. Dai richiami alla responsabilità collettiva, fino alla denuncia delle nuove forme di violenza digitale, emerge un messaggio comune: la parità non è ancora pienamente realizzata e la sicurezza delle donne non può essere considerata un traguardo acquisito.
Accanto alle istituzioni, associazioni e realtà territoriali propongono iniziative mirate a sensibilizzare e soprattutto a far emergere ciò che spesso resta invisibile: paure taciute, ricatti sottili, dipendenze affettive che impediscono di chiedere aiuto. Particolare attenzione viene richiamata sulla condizione delle donne con disabilità, più esposte e più facilmente isolate.
La giornata internazionale del 25 novembre, dunque, non è soltanto un appuntamento simbolico: è un invito a trasformare la consapevolezza in azione concreta, affinché ogni donna possa sentirsi protetta e creduta. Finché questo obiettivo non sarà realmente raggiunto, il 25 novembre continuerà a ricordarci che la strada da percorrere è ancora lunga.

