La politica italiana è alle prese con un problema che si sta trasformando in un vero terremoto interno: il mancato versamento delle quote da parte di parlamentari e consiglieri. I bilanci 2024 dei principali partiti mostrano segnali evidenti di sofferenza, tra crediti da riscuotere e risorse mancanti.
Il Movimento 5 Stelle guida la classifica delle inadempienze con 2,8 milioni di euro ancora da incassare dai propri eletti, nonostante un avanzo di gestione. Il Partito Democratico, attraverso azioni legali e transazioni, sta cercando di ridurre l’ammontare dei crediti, che si attestano comunque intorno ai 441 mila euro.
Forza Italia, alle prese con un disavanzo di oltre 300 mila euro, annuncia misure interne più severe, arrivando a prevedere addirittura l’espulsione di chi non contribuisce secondo le regole del partito. L’unica eccezione positiva è rappresentata da Sinistra Italiana, dove i contributi degli eletti sono in crescita, garantendo una maggiore stabilità economica.
Il tema delle quote non pagate non è solo una questione contabile ma tocca anche la trasparenza e la credibilità delle forze politiche, specialmente in un contesto in cui il finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito. Con le risorse ridotte al minimo e sempre più affidate alla responsabilità personale degli eletti, il mancato versamento rischia di paralizzare le attività politiche e minare ulteriormente la fiducia degli elettori.
Una situazione che impone scelte drastiche ai partiti per evitare che la crisi interna si trasformi in una nuova emergenza democratica.