Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha ribadito che la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri non comporterà alcun assoggettamento del pm al potere esecutivo. Presentando al Senato la relazione annuale sulla giustizia, Nordio ha chiarito che la riforma rafforza il ruolo del giudice terzo e imparziale, garantendo un processo equo e trasparente.
Il ddl costituzionale, ispirato al Codice di procedura penale del 1989, mira a realizzare un sistema processuale moderno e accusatorio, tutelando i diritti di tutte le parti. La maggioranza parlamentare sostiene con determinazione questa riforma, considerandola un obbligo verso gli elettori, mentre parte dell’opposizione ha espresso un sostegno critico.
Nordio ha sottolineato che la cultura giuridica liberale che ispira la riforma coniuga garanzie individuali e sicurezza collettiva, senza compromettere l’autonomia del pubblico ministero. La separazione delle carriere è vista come condizione necessaria per un sistema giudiziario più efficiente e trasparente.