La legge anti-moschee è stata approvata dalla Camera dei Deputati con 135 voti favorevoli, 112 contrari e 5 astenuti, scatenando una forte opposizione per la sua presunta incostituzionalità e discriminazione. La proposta, firmata da Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, punta a restringere l’uso di locali del terzo settore come luoghi di culto islamici. Ora, la legge passa al vaglio del Senato.
Cosa prevede la legge
Nel dettaglio, la proposta di legge anti-moschee modifica l’articolo 71 del codice del terzo settore, imponendo restrizioni sull’uso dei locali destinati a scopi religiosi per associazioni di promozione sociale che non abbiano accordi con lo Stato italiano. La normativa ha come obiettivo primario la prevenzione dell’uso improprio dei locali del terzo settore come moschee.
Il testo specifica che i luoghi di culto devono rispettare standard di sicurezza e accessibilità definiti dal Ministero delle Infrastrutture, in collaborazione con il Ministero della Salute, il Ministero dell’Interno e altri organi competenti.
Critiche dalle opposizioni
Le opposizioni, guidate da Partito Democratico (PD), Movimento 5 Stelle (M5S), Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), Azione e Italia Viva (IV), hanno espresso forte dissenso nei confronti della legge anti-moschee. Ritengono che la normativa sia incostituzionale e “discriminatoria” nei confronti della religione islamica.
Secondo Ouidad Bakkali del PD, la proposta rappresenta una visione ristretta della società italiana. Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ha dichiarato che questa è una violazione della libertà di culto sancita dalla Costituzione.
La legge anti-moschee ha sollevato un dibattito acceso sulla compatibilità tra sicurezza, integrazione e libertà di culto. Mentre il progetto passa al Senato, il governo dovrà bilanciare queste esigenze con il rispetto dei principi costituzionali.