L’arresto in flagranza differita ha segnato una svolta nella lotta contro i maltrattamenti in famiglia. Con l’aggiornamento legislativo del 24 novembre 2023, la procedura di arresto ha acquisito nuove sfumature grazie all’utilizzo di video e messaggi come prove decisive.
Le novità legislative
Con l’introduzione dell’articolo 382 bis Cpp nel codice di procedura penale, l’arresto in flagranza differita diventa uno strumento ancor più potente. La legge del 24.11.2023 n. 168 ha modificato la precedente normativa contro la violenza domestica e di genere (L. 19.07.2019, n. 69), permettendo l’arresto basato su materiali digitali che documentano aggressioni.
Come funziona il nuovo sistema
Se prima l’arresto in flagranza differita richiedeva una serie di complicati passaggi burocratici, ora, grazie ai video registrati da smartphone che mostrano atti di violenza, minacce o aggressioni, la polizia può procedere rapidamente all’arresto. Questi video, insieme ai messaggi WhatsApp che possono dimostrare una costante intimidazione o minaccia, sono fondamentali per attestare la continuità del comportamento violento.
La Sentenza rivoluzionaria
La sentenza 16668/24 della Cassazione ha stabilito un precedente importante. Annullando l’ordinanza di mancata convalida di un GIP, la Corte ha sottolineato la validità dell’arresto in flagranza differita basato su prove video, validando l’operato della polizia giudiziaria. Questo caso evidenzia come il giudice debba valutare la ragionevolezza dell’arresto entro 48 ore dall’evento, basandosi su elementi concreti e non su valutazioni personali.
L’arresto in flagranza differita rappresenta ora un baluardo più efficace contro la violenza familiare. Con le nuove disposizioni, vittime di maltrattamenti possono sperare in una giustizia più rapida e diretta, che non lascia spazio a interpretazioni soggettive ma si basa su prove oggettive e immediatamente verificabili.