In un’azione senza precedenti, Don Ramon Guidetti, parroco di San Ranieri a Guasticce, è stato recentemente scomunicato dalla Chiesa Cattolica. Questo drastico provvedimento è stato preso dopo che Guidetti ha pubblicamente definito Papa Francesco “un usurpatore” e “un gesuita massone” durante la sua omelia del 31 dicembre. La scomunica per Don Guidetti rappresenta una risposta severa della Chiesa a un atto considerato di natura scismatica.
La decisione è stata formalizzata in un documento firmato dal cancelliere della diocesi, don Matteo Giavazzi, che sottolinea il rifiuto di Guidetti alla sottomissione al Pontefice e alla comunione con i membri della Chiesa. Questo atto non solo allontana Guidetti dal suo ruolo di parroco, ma gli impedisce anche di celebrare i sacramenti.
Guidetti, nonostante la scomunica, ha mostrato una certa serenità, esprimendo sorpresa per la rapidità della decisione della Chiesa. Ha persino ironizzato sull’evento, proclamando di voler incorniciare il decreto di scomunica come un trofeo. Tuttavia, ha anche espresso delusione per l’atteggiamento della Chiesa, che a suo dire dovrebbe mostrare più maternità e meno autoritarismo.
La scomunica per Don Guidetti solleva questioni più ampie sulla libertà di espressione all’interno della Chiesa Cattolica e sulle tensioni tra conservatorismo e progressismo. Questo evento si aggiunge ad altri casi simili, come quello del sacerdote palermitano Alessandro Minutella, anch’egli scomunicato per le sue critiche a Papa Francesco.
La scomunica per Don Guidetti è un chiaro segnale che la Chiesa Cattolica non tollera apertamente atti di sfida all’autorità del Papa. Questo caso stimola una riflessione profonda sulle dinamiche di potere e sulle divergenze ideologiche all’interno della Chiesa stessa.