In una sconcertante vicenda torinese, un uomo di 64 anni, noto per reiterati atti di esibizionismo, ha supplicato il tribunale di sottoporlo a castrazione chimica. “Torino, tormentato esibizionista chiede invano la castrazione chimica“, diviene un’affermazione emblematica dell’angosciante lotta dell’uomo contro i suoi impulsi.
Con mezzo secolo di condanne, detenzioni e trattamenti, l’individuo ha manifestato ripetutamente il suo incontrollabile desiderio di esporre se stesso, spesso in luoghi frequentati da minori. Desperato e angosciato dalla sua “eterna condanna all’ergastolo ‘bianco‘”, l’uomo ha visto nella castrazione chimica l’ultima spiaggia per affrontare il suo disturbo.
Tuttavia, nonostante il suo appello e l’endorsement di alcune figure politiche, come Salvini, il tribunale ha respinto la richiesta. Le motivazioni sono chiare: la castrazione chimica, in Italia, è permessa solo per ragioni oncologiche, come sottolineato dall’avvocato difensore dell’esibizionista.
L’uomo, recentemente, durante un permesso per una visita psichiatrica, ha commesso un nuovo reato, aggravando ulteriormente la sua situazione. La scoperta di materiale pedopornografico nella sua abitazione ha portato a ulteriori condanne.
Lo psichiatra Giorgio Gallino ha commentato la situazione, sottolineando la mancanza di un rimedio efficace per la patologia dell’uomo: “La terapia farmacologica, anche a lungo termine, non ha dimostrato alcuna utilità.”