Il dibattito sul trattenimento dei migranti in Italia continua ad alimentare discussioni giuridiche. A Catania, per la seconda volta, un giudice ha deciso di non convalidare il trattenimento di alcuni migranti, contestando implicitamente il decreto governativo.
La recente decisione è stata presa dal giudice Rosario Cupri, relativa al trattenimento di sei profughi a Pozzallo, ordinato dal questore di Ragusa.
Questa decisione segue un verdetto simile emesso dal giudice Iolanda Apostolico il 29 settembre, che riguardava quattro tunisini nel centro di accoglienza.
Il giudice Cupri ha preso in considerazione casi simili di migranti rappresentati dagli avvocati Rosa Emanuela Lo Faro e Fabio Presenti.
Nel suo verdetto, il giudice Cupri si è rifatto a una sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, sottolineando come il trattenimento di un richiedente protezione internazionale vada considerato come una misura coercitiva.
Secondo questa interpretazione, il trattenimento limita in modo significativo la libertà personale del migrante.
La sentenza ribadisce che qualsiasi forma di detenzione o restrizione della libertà deve essere eseguita solo in presenza di condizioni legalmente giustificabili.
Importante notare, inoltre, che la stessa Corte di Cassazione italiana ha precedentemente affermato che le norme nazionali in conflitto con quelle dell’UE dovrebbero essere disapplicate dai giudici italiani.
Queste decisioni rappresentano un segnale importante sul dibattito attorno ai diritti dei migranti e alla loro gestione in Italia.