Un caso che ha suscitato clamore si è registrato a Guastalla. Il protagonista è un medico, stimato e apprezzato dalla comunità, che ha deciso di andare in pensione dopo oltre quarant’anni di carriera.
Una vita dedicata alla medicina, in cui ha visto e vissuto molte situazioni difficili. Il suo impegno non si limitava all’orario di lavoro standard, arrivando a trascorrere fino a 16 ore al giorno in servizio.
Il giorno del suo pensionamento, si è presentato in piazza, tra gli sguardi incuriositi dei passanti, con il suo telefono di servizio, strumento indispensabile della sua professione. Ha poi preso una mazza ed ha distrutto il telefono davanti a tutti, in un gesto simbolico che rappresenta la fine della sua carriera.
Ha voluto così sottolineare la necessità di una maggiore attenzione alla qualità della vita dei medici, che spesso sono oberati di lavoro e di responsabilità. Una riflessione che merita di essere ascoltata, in un momento in cui il sistema sanitario è messo a dura prova. Un modo per dire che è importante trovare un equilibrio tra il dovere professionale e la vita personale.
L’immagine di quel telefono distrutto in piazza resterà impressa nella memoria dei presenti, un monito a non dimenticare le difficoltà che medici e operatori sanitari affrontano quotidianamente, nonostante la vocazione e l’amore per il proprio lavoro.