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giovedì, 21 Novembre 2024

L’ EFFETTO COVID-19 SUI PAZIENTI CON TUMORE. UNA PANDEMIA NELLA PANDEMIA

 

In Italia ogni anno circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Attualmente, il 50% dei malati riesce a guarire, con o senza conseguenze invalidanti.
I vantaggi del progresso scientifico hanno cancellato l’ ineluttabile equazione ” cancro  uguale morte “, ma dall’ altra sono sorti nuovi problemi. L’ emergenza Covid è scesa come una scure sui malati di tumore. I cittadini non vengono informati quotidianamente, come avviene per  l’ attuale emergenza sanitaria da Covid-19. Anche il cancro è una pandemia. Abbiamo a che fare con due pandemie, una determinata dal Covid e l’ altra dal cancro, con il quale dovremo pagare un prezzo alto nei prossimi anni, perchè se abbassassimo il livello di attenzione della diagnosi precoce, ci troveremo difronte sempre a diagnosi tardive con necessità di trattamenti sempre più demonitivi, destruenti e la prognosi ne risentirà negativamente.
Oggi, dopo un anno di pandemia, le persone sono terrorizzate, hanno paura di rivolgersi a strutture sanitarie, quindi preferiscono tardare gli appuntamenti, controlli, terapie ridimensionando  il livello di attenzione nei confronti della pandemia tumori, le cui drammatiche conseguenze le registreremo nei prossimi anni in termini di trattamenti, prognosi, qualità e quantità della vita specie per i cinque tumori big killer: polmone, colon retto, prostata, vescica e seno.
I tumori non vanno in quarantena, si stima che quest’anno ci saranno oltre 380.000 nuovi casi di cancro in Italia e 21 milioni le nuove diagnosi di cancro nel mondo, numeri in salita che hanno prodotto in Italia solo nel 2020 circa 183.000 morti, e che vedono nel tumore della mammella il più diagnosticato con 55.000 nuovi casi.
Il cancro se diagnosticato precocemente, può essere sconfitto: indefettibili e indifferibili devono essere i controlli medico – strumentali periodici e condurre uno stile di vita sano. Non ci si deve ammalare e  morire di cancro, perchè si tratta di una malattia crudele ma guaribile in oltre l’ 80% dei casi se diagnosticato precocemente, e che dovrebbe smuovere le coscienze dei rappresentanti delle istituzioni ad investire in salute e non in malattia.
Non sono  dunque da sottovalutare le morti non da Covid ma per Covid, causate in periodo di Covid, da mancati controlli o appuntamenti rinviati.
Con l’ emergenza sanitaria, forte di 106 Associazioni provinciali, di circa 400 ambulatori  su tutto il territorio nazionale e migliaia di volontari, l’ impegno della LILT ( Lega Italiana per la Lotta ai Tumori ) a favore di chi lotta contro il tumore non è venuto meno. Anzi si è rafforzato e amplificato. Tanti sono stati gli allarmi per la sensibile diminuzione delle visite di prevenzione ( primaria, secondaria e terziaria ) e di trattamenti, screening, cura e follow up interrotti a causa della pandemia, per gli ospedali sovraccarichi . Questo è un problema perchè la diagnosi precoce rimane un pilastro della moderna oncologia.
A lanciare l’ allarme è il Prof. Francesco Schittulli, senologo, Presidente Nazionale della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori e Roberto Orecchia, Direttore scientifico di IEO ( Istituto Europeo di Oncologia ), che chiedono il massimo supporto per i pazienti oncologici, anche durante la campagna vaccinale in atto. ” Se non difendiamo i malati da questo virus, la battaglia contro il cancro è drammaticamente persa: sia per coloro che devono eseguire gli screening, e quindi beneficiare della diagnosi precoce, sia per coloro che si sottopongono alle cure, sia per coloro che abbiano vissuto l’esperienza cancro e si trovino nella delicata fase del recupero del proprio benessere e della riconquista della vita dopo la malattia”
Non si fa che parlare di Covid come se le altre patologie non esistessero. Quando si scopre un cancro nella fase iniziale, quando è a livello di pochi millimetri, tale cancro ha un indice di malignità molto basso e il processo di metastatizzazione è pressochè nullo.
La LILT chiede che i pazienti debbano vaccinarsi, i pazienti che sono in terapia e hanno una malattia ancora attiva, sono più a rischio, immunodepressi e che dovrebbero avere la precedenza nell’ accesso al vaccino. Non vi sono controindicazioni alla vaccinazione. E’ un dovere vaccinare i pazienti che stanno sostenendo una terapia oncologica, disponibili a una collaborazione con i Dipartimenti di Prevenzione della Regione, grazie alla rete ambulatoriale diffusa su tutto il territorio nazionale, per la creazione di punti di vaccinazione dedicati ai malati oncologici.
Vaccinarsi consente alla macchina della prevenzione di ripartire: Visite, controlli periodici per VIVERE.

 

Francesca Branà

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