Non sempre siamo a conoscenza dei prodotti che mangiamo, nonostante l’industria del mercato alimentare abbia l’obbligo (regolamento (UE) 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori) di esibire sui prodotti destinati alla vendita tutte le indicazioni e descrizioni utili e necessarie al fine di tutelare la salute dei consumatori e assicurare un’informazione chiara e trasparente. Elenco degli ingredienti, qualità del prodotto, denominazione, allergeni, dichiarazioni nutrizionali, quantità al netto e altro. Eppure, la contraffazione alimentare, esiste e persiste nonostante le normative imposte. Esempio clamoroso e recente (risale al 10 novembre) è quello dell’olio venduto come “extravergine” che in realtà non lo era. Si trattava di semplice olio di oliva, meno pregiato e soprattutto meno costoso. La truffa è stata scoperta dalla procura di Torino dopo aver fatto analizzare delle bottiglie prelevate nei supermercati dai carabinieri del Nas. L’indagine ha avuto inizio dopo la segnalazione di una testata giornalistica specializzata. Sul registro degli indagati per frode commerciale sono finite sette importanti aziende produttrici di olio: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia. Per evitare il ripetersi di truffe e frodi, arriva la prima Tac salva olio per smascherare gli extravergini falsi ed evitare la contraffazione. La novità è stata presentata dalla Coldiretti nel corso della Giornata nazionale dell’extravergine italiano, con il macchinario realizzato dal gruppo di ricerca del laboratorio di Chimica Generale ed Inorganica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali, Università del Salento, guidato dal Prof. Francesco Paolo Fanizzi che si occupa di caratterizzazione di oli extravergine di oliva. Lo strumento utilizza in pratica la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare (Nmr), in combinazione con l’analisi statistica multivariata, per scoprire la reale identità dell’olio di oliva e smascherare le frodi. In pratica, la Tac “fotografa” – spiega la Coldiretti – tutto quello che c’è dentro l’olio, creando un’immagine che viene quindi visualizzata su un monitor. Qui il campione viene confrontato con quelli contenuti nel database di riferimento, dove sono presenti le differenti varietà di oli italiani, per capire se ha le stesse caratteristiche oppure no”. Un’innovazione tecnologica che sostiene la battaglia per garantire la trasparenza dell’olio Made in Italy.
Elena D’Ettorre