Il Parlamento europeo ha approvato la propria posizione sul nuovo quadro climatico dell’Unione, confermando l’obiettivo di ridurre del 90% le emissioni nette entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Una maggioranza composita — Popolari, Socialisti, Renew e Verdi — ha sostenuto un testo che mantiene l’ambizione climatica ma introduce elementi di flessibilità richiesti da diversi governi.
Tra le misure confermate spicca la possibilità, dal 2036, di utilizzare crediti internazionali di carbonio fino a un massimo di cinque punti percentuali. Prevista anche una fase di prova fra il 2031 e il 2035 per verificarne l’efficacia. Rinvio di un anno, invece, per l’ETS2, il nuovo mercato delle emissioni che interesserà carburanti e riscaldamento domestico, ora atteso nel 2028.
La Commissione europea dovrà inoltre produrre una valutazione biennale sui progressi, affiancata a una revisione più ampia ogni cinque anni. Con questo voto, l’Eurocamera ottiene il mandato ufficiale per aprire il negoziato con Consiglio e Commissione che porterà alla versione definitiva della normativa sul clima.
Un passaggio politico che apre la strada alla fase decisiva del confronto, destinato a stabilire la traiettoria europea per la transizione ecologica dei prossimi decenni.

