L’ultimo rapporto di Save the Children lancia un allarme preoccupante: 200mila bambini tra 0 e 5 anni vivono in povertà alimentare, ovvero non possono contare su un pasto proteico ogni due giorni. Quasi uno su dieci, inoltre, vive in case fredde d’inverno, prive di un riscaldamento adeguato. Questi dati, che emergono dall’Atlante dell’Infanzia a Rischio, mettono in evidenza una situazione sempre più critica, in particolare al Sud, dove la povertà raggiunge picchi quasi doppi rispetto al Nord.
La povertà infantile non è solo una condizione presente, ma un problema che si riflette sul futuro. Bambini che crescono in condizioni di disagio rischiano di affrontare problemi di salute e di benessere duraturi, alimentando un circolo vizioso che coinvolge anche le generazioni successive.
A complicare il quadro, la natalità in Italia segna un nuovo minimo storico: nel 2023 sono nati meno di 380mila bambini, con interi comuni, soprattutto nelle aree rurali, dove non si è registrata nemmeno una nascita. Questo fenomeno rischia di aggravare il declino demografico e lo squilibrio sociale, già evidenti in molte regioni.
Le soluzioni a questa crisi appaiono ancora lontane. Serve un intervento strutturale che sostenga le famiglie con politiche mirate a contrastare la povertà e promuovere la natalità. La situazione, come sottolinea Save the Children, non può essere ignorata: sono i bambini, il nostro futuro, a pagare il prezzo più alto.