Dopo gli attentati che hanno insanguinato Parigi, l’UE si interroga sulle possibili risposte. E proprio in queste ore a Bruxelles si parla di un piano sicurezza dell’UE articolato in due punti cruciali: gestione del web e controllo dei passeggeri. L’obiettivo è approvare questi due punti entro la fine dell’anno. Stando alle disposizioni del piano operativo, i contenuti web verranno monitorati periodicamente e quelli ritenuti “pericolosi” saranno rimossi. Proseguendo, le chat saranno accessibili agli investigatori. Per quanto riguarda il secondo punto, tutti i passeggeri dei voli verranno schedati, e i loro dati saranno conservati e resteranno a disposizione delle forze dell’ordine.
Dunque la lotta al terrorismo internazionale non può che passare da internet. È internet il campo di battaglia su cui combattere questo conflitto, per disarticolare la rete del terrore e ridurre il rischio di attentati. Da tempo le organizzazioni terroristiche hanno eletto la rete a principale strumento di comunicazione: per la sua capacità di raggiungere grandi quantità di persone in qualsiasi parte del mondo, per il basso costo, ma soprattutto per l’anonimato. La strage di Parigi docet. Internet è il principale strumento di reclutamento. Per questo gli esperti Ue stanno studiando un protocollo antiradicalizzazione, l’European Union IT form. Il protocollo sarà oggetto dell’incontro che si terrà il prossimo 3 dicembre tra i ministri degli Interni UE e i giganti del web (Facebook, Twitter, Microsoft, Apple, Archive.org). Ma che fine faranno i dati raccolti via web? Verranno “conservati” nelle banche dati presso il Counter Terrorism Center, all’Aia. In quei server dovrebbero finire anche i dati ricavati dal Pnr (il Passenger name record), ovvero il codice numerico che viene associato ad ogni viaggiatore che acquisti un biglietto aereo e che contiene tutti i dettagli, anche personali, del viaggio. Con l’industria del web, il 3 dicembre si discuterà anche di come, all’occorrenza, permettere alle forze di polizia, di controllare le comunicazioni su quelle piattaforme fino ad oggi considerate criptate, o comunque difficili da intercettare.