Nonostante le numerose offerte, l’Italia fatica a trovare lavoratori qualificati in ambito tecnico e operativo. Secondo una recente indagine di Skuola.net ed ELIS, tre proposte su quattro riguardano mestieri pratici come autisti di mezzi pubblici, manutentori ferroviari, tecnici della fibra ottica ed elettricisti. Eppure, oltre il 40% dei giovani diplomandi rifiuta a priori queste carriere, considerandole poco attrattive o faticose.
Questa disaffezione rischia di rallentare la transizione energetica, la digitalizzazione e persino il turismo. Professioni fondamentali per il Paese – come i tecnici fotovoltaici, gli operatori elettrici o i site manager di cantiere – restano spesso scoperte, aggravando un problema di competenze che si potrebbe colmare anche con percorsi formativi brevi e mirati.
Le “Scuole dei Mestieri“, nate per rispondere a questo gap, dimostrano come sia possibile creare nuove opportunità di inserimento lavorativo puntando su corsi tecnici intensivi, destinati anche a chi possiede un semplice diploma. Serve però un deciso cambio culturale: riscoprire il valore e la dignità dei mestieri tecnici diventa oggi essenziale per garantire crescita e occupazione in un’Italia che rischia di restare senza “mani” capaci.