Tesla sta attraversando un periodo nero. Le azioni sono crollate del 40% in due mesi, proprio mentre Elon Musk era impegnato a Washington in veste di consulente per l’efficienza governativa. Le vendite sono in calo in Europa, rallentano in Cina e negli Stati Uniti, mentre in tutto il mondo fioccano proteste e atti vandalici contro l’azienda.
Musk, in un incontro con i dipendenti, ha provato a sdrammatizzare (“non vogliono comprare, ma perché bruciarle?”), ma il momento è critico. Tesla ha annunciato nuovi modelli più economici per fronteggiare la concorrenza, soprattutto cinese, ma intanto è costretta a richiamare oltre 46.000 Cybertruck per problemi di… colla.
A questo si aggiungono anomalie nei bilanci e prestiti sospetti, nonostante le casse aziendali risultino piene. Il Financial Times ha acceso un faro sulla questione, parlando di possibili debolezze nei controlli interni.
Nel frattempo, il movimento “Tesla Takedown” guida manifestazioni ovunque, e Trump – con il solito stile teatrale – ha provato a rilanciare l’immagine dell’azienda con una parata alla Casa Bianca. Un piccolo rimbalzo in Borsa c’è stato, ma la crisi resta.
Tesla riuscirà a riprendersi? Difficile dirlo. Una cosa è certa: per Elon Musk non sarà sufficiente un altro tweet brillante.
