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domenica, 9 Marzo 2025

Inflazione Eurozona febbraio 2025: lieve flessione, ma l’Italia non si muove

Inflazione Eurozona febbraio 2025: il dato segna un leggero calo al 2,4%, secondo le prime stime diffuse da Eurostat. Una variazione quasi impercettibile rispetto al 2,5% di gennaio, ma sufficiente per far sperare gli analisti in una tendenza al ribasso. L’Italia, invece, rimane ancorata al suo 1,7%, senza scossoni.

Dando uno sguardo più approfondito, si nota che il comparto dei servizi continua a pesare di più, con un tasso annuo del 3,7% (in leggera discesa rispetto al 3,9% di gennaio). A seguire, troviamo il settore alimentare, alcolici e tabacco, e i beni industriali non energetici, che mantengono il loro impatto sul dato complessivo. Ma la vera sorpresa arriva dal comparto energetico, che si ferma allo 0,2%, un brusco calo rispetto all’1,9% del mese precedente.

Se l’Italia rimane immobile con il suo 1,7%, la situazione varia nei diversi paesi dell’Eurozona. Ai vertici dell’inflazione troviamo l’Estonia con un preoccupante 5%, seguita dalla Croazia al 4,7%. Decisamente più fortunati i francesi, che vedono un’inflazione da minimo storico allo 0,9%, così come l’Irlanda (1,3%) e la Finlandia (1,5%).

Ma cosa significa tutto questo per i cittadini? Per molti, il calo dell’inflazione Eurozona a febbraio 2025 potrebbe sembrare un segnale positivo, ma il costo della vita rimane comunque alto in diversi settori chiave. I servizi, in particolare, continuano a pesare sulle tasche dei consumatori, mentre i prezzi dei beni alimentari non accennano a una discesa significativa.

Gli analisti ora guardano ai prossimi mesi per capire se questa tendenza al ribasso sarà confermata o se ci saranno nuove impennate. Intanto, l’Italia resta alla finestra, ferma sul suo 1,7%, tra chi spera in una discesa e chi teme una nuova impennata dei prezzi.

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