Dazi Usa, la risposta di Pechino e Ottawa non si è fatta attendere. Mentre Washington alza la posta con tariffe punitive su Messico e Canada, la Cina e il governo canadese non restano a guardare e rispondono con misure speculari. Risultato? Le Borse tremano e l’Europa si interroga sul suo futuro commerciale.
La nuova guerra dei dazi ha avuto inizio con gli Stati Uniti che hanno deciso di imporre tariffe del 25% su alcuni beni importati da Canada e Messico. Pechino ha immediatamente reagito con un’imposta del 15% su prodotti statunitensi come grano, cotone e pollame. Ottawa, non da meno, ha annunciato imposte su 100 miliardi di dollari di beni americani. Una risposta decisa che ha messo sotto pressione gli equilibri economici globali.
Le conseguenze non si sono fatte attendere: le Borse europee hanno chiuso in netto ribasso. Gli investitori temono che il Vecchio Continente possa essere la prossima vittima del protezionismo a stelle e strisce. Bruxelles ha già lanciato l’allarme, chiedendo agli Usa di rivedere la loro posizione per evitare danni irreparabili al commercio internazionale. Ma la Casa Bianca sembra decisa ad andare avanti.
Nel frattempo, Donald Trump ha colto l’occasione per annunciare un mega-investimento da 100 miliardi di dollari della taiwanese TSMC negli Stati Uniti. Verranno aperti cinque stabilimenti per la produzione di chip, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare il dominio americano sull’intelligenza artificiale. Il presidente non ha perso occasione per attaccare i suoi avversari, accusando i democratici di boicottare i suoi incontri con elettori repubblicani.
Martedì sera Trump parlerà al Congresso per il tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione. Con l’economia in fibrillazione e le tensioni internazionali in crescita, c’è da aspettarsi un intervento carico di annunci e, probabilmente, di nuove provocazioni.
