Il prossimo Giubileo segna una svolta profonda nel modo di vivere il turismo religioso in Italia. Secondo una recente ricerca dell’Università Cattolica, il pellegrino del 2025 non è più soltanto un devoto in cerca di perdono spirituale, ma un viaggiatore consapevole, curioso e in cerca di esperienze autentiche. Solo il 15% dei partecipanti si definisce “tradizionale”, mentre la maggior parte rientra in nuove categorie come l’eremita contemplativo, l’entusiasta che viaggia in gruppo e il mindful explorer, alla ricerca di meditazione e cultura.
Il Giubileo, dunque, non è più un evento esclusivamente romano: nove turisti su dieci visitano anche altre città, con Assisi, Napoli, Firenze e Milano tra le mete più amate. La permanenza media in Italia è di otto giorni, durante i quali fede, arte e gastronomia si intrecciano. L’esperienza spirituale diventa così un viaggio nel bello e nel buono del Paese, dove la preghiera convive con la scoperta dei sapori locali e del patrimonio artistico.
Anche il portafoglio riflette il cambiamento: oltre la metà dei viaggiatori europei spende più di mille euro, e per molti di loro il Giubileo rappresenta il primo contatto con l’Italia. Gli hotel restano la scelta più diffusa tra gli stranieri, mentre gli italiani preferiscono i B&B, più familiari e accoglienti.
Un ruolo importante lo giocano anche i media: film, documentari e serie televisive hanno contribuito a far nascere la curiosità di partire, trasformando il pellegrinaggio in un racconto contemporaneo.
Questa nuova forma di turismo spirituale, capace di unire fede e cultura, sembra destinata a lasciare un’eredità duratura. Il 70% dei visitatori dichiara di voler ripetere l’esperienza, segno che il Giubileo 2025 non sarà soltanto un evento religioso, ma anche un’opportunità per riscoprire il valo