Nelle carceri italiane entra in fase di test un nuovo strumento di autodifesa destinato al Corpo di Polizia Penitenziaria: lo spray urticante a base di Oleoresin Capsicum, comunemente noto come spray al peperoncino. La sperimentazione è stata autorizzata con un provvedimento firmato il 22 dicembre 2025 dal Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e durerà sei mesi.
L’obiettivo dichiarato è fornire agli agenti un mezzo di dissuasione e protezione da utilizzare esclusivamente in situazioni di pericolo, nel rispetto del principio di proporzionalità tra minaccia e risposta. Lo spray potrà essere impiegato per fronteggiare aggressioni, resistenze o azioni violente rivolte contro gli operatori o contro terzi presenti.
I contesti operativi in cui verrà avviata la sperimentazione sono quelli in cui la polizia penitenziaria lavora quotidianamente: reparti detentivi, corridoi e aree interne ed esterne delle sezioni, spazi all’aperto, operazioni di trasporto e traduzione dei detenuti, nonché interventi svolti dai gruppi specializzati del Corpo. È invece vietato l’utilizzo all’interno degli automezzi di servizio.
Al termine dei sei mesi, una Commissione incaricata valuterà l’efficacia e l’impatto dello strumento, redigendo una relazione che sarà sottoposta al vertice dell’Amministrazione Penitenziaria. Solo dopo questa fase si deciderà se rendere lo spray una dotazione stabile.
Dal fronte sindacale, il SAPPE considera la sperimentazione un passo in avanti, soprattutto alla luce dell’aumento delle aggressioni nei confronti del personale in servizio. Il sindacato sottolinea la necessità di interventi concreti per garantire maggiore sicurezza negli istituti e propone di valutare anche altri strumenti di contenimento non letali già adottati in alcuni contesti, come il Flash Ball e il BolaWrap, ritenuti utili per gestire situazioni critiche senza ricorrere a mezzi più invasivi.
