Il corteo dei lavoratori dell’ex Ilva di Cornigliano ha attraversato Genova con toni accesi, raggiungendo la Prefettura dove la situazione è rapidamente degenerata. Gli operai, esasperati dall’incertezza sul proprio futuro professionale, si sono trovati davanti un blocco delle forze dell’ordine. Ne è nato un confronto teso: griglie metalliche colpite con i caschi, fumogeni, petardi e uova lanciati verso gli agenti, che hanno risposto con lacrimogeni per disperdere la folla.
In piazza erano presenti anche mezzi da lavoro, portati simbolicamente dagli operai per ricordare che il vero obiettivo della protesta rimane la continuità produttiva. Il timore condiviso è quello di vedere dissolversi definitivamente il destino dello stabilimento genovese e dei suoi 1100 dipendenti.
“Vogliamo solo lavorare” è stato il coro che ha accompagnato tutta la manifestazione, una frase semplice che racchiude anni di incertezze e promesse mancate. La sindaca Silvia Salis ha incontrato i lavoratori sul posto, annunciando un confronto con il ministro Urso fissato per il 5 dicembre a Roma, considerato un appuntamento decisivo per comprendere quali prospettive attendano gli stabilimenti del Nord Italia.
La giornata si è chiusa con un clima ancora teso e nessuna risposta definitiva, ma con una consapevolezza sempre più chiara: i lavoratori non sono intenzionati a rimanere in silenzio mentre il loro futuro scivola nell’incertezza.

