Le ultime verifiche scientifiche disposte dalla gip di Pavia rimettono al centro dell’attenzione un elemento rimasto per anni sullo sfondo: il Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. La nuova perizia, firmata dalla genetista Denise Albani, indica una piena compatibilità dell’aplotipo Y con la linea paterna di Andrea Sempio, amico di famiglia dei Poggi. Si tratta di un dato non identificativo, ma circoscritto a un ristretto gruppo di parenti maschi.
Questo risultato contraddice le conclusioni di undici anni fa del genetista De Stefano, che aveva giudicato quelle tracce troppo deboli e “non consolidate” per trarne indicazioni affidabili. Proprio su questo punto si concentrano le critiche sia della difesa di Sempio, che parla di materiale degradato e statisticamente scarso, sia dei consulenti della famiglia Poggi, che ribadiscono la non utilizzabilità scientifica di un campione così fragile.
La relazione completa sarà depositata entro il 5 dicembre, mentre all’udienza del 18 le parti discuteranno anche la possibile modalità con cui quel Dna sia finito sulle mani della vittima: un contatto diretto durante il delitto del 13 agosto 2007 o un trasferimento indiretto avvenuto in precedenza?
Il caso di Garlasco, a distanza di anni, continua così a muoversi tra vecchie certezze che si incrinano e nuovi spunti che non sciolgono i dubbi, ma li rilanciano.

