A Novara, la sanità a Novara torna al centro delle polemiche dopo la denuncia di Denise, 36 anni, affetta da una rara patologia che la espone a gravi rischi, tra cui l’embolia polmonare. Da quasi due mesi tenta invano di prenotare una visita urgente nel sistema pubblico, ma i posti sembrano spariti nel nulla.
La situazione si fa ancora più surreale quando la donna scopre che, nello stesso ospedale, la prestazione è immediatamente disponibile… ma solo a pagamento. “Il giorno dopo c’era posto, ma solo privatamente”, racconta con amarezza. Un paradosso che riaccende il dibattito sul doppio binario tra sanità pubblica e privata, dove chi ha risorse si cura, e chi non le ha resta in lista d’attesa.
Denise, che convive con una malattia rara e sintomi gravi come gonfiore improvviso e difficoltà respiratorie, vive ogni notte con l’angoscia di non farcela. “Quando ti dicono che potresti morire nel sonno, dormire diventa un rischio”, spiega con lucidità disarmante.
Il suo caso non è isolato: rappresenta il malessere diffuso di un sistema sanitario sempre più affaticato, dove i tempi di attesa si allungano e la burocrazia pesa più della cura. La sanità a Novara, un tempo punto di riferimento, oggi mostra tutte le crepe di un servizio pubblico in affanno.
Serve una risposta concreta, non l’ennesima promessa. Perché la salute, a differenza dei bilanci, non può attendere.

