La tragedia di Traversetolo continua a scuotere Parma. Durante il processo, la dottoressa Valentina Bugelli, medico legale della Procura, ha escluso che il primo dei due neonati ritrovati fosse nato morto. Si trattava di una gravidanza portata a termine, e i test sui polmoni indicano che il bambino aveva respirato. Secondo la consulente, la causa del decesso potrebbe essere collegata al taglio del cordone ombelicale, che avrebbe provocato un’emorragia fatale in pochi minuti.
Anche il secondo neonato, nato successivamente, avrebbe compiuto più di un atto respiratorio, segno che era vivo per qualche istante dopo il parto. Queste rivelazioni rendono ancora più complessa una vicenda già carica di dolore e interrogativi.
Sul piano psicologico, il consulente della Procura, professor Mario Amore, ha descritto Chiara Petrolini come una giovane donna senza disturbi mentali documentabili. Nessuna malattia psichiatrica, nessuna incapacità di intendere o volere. Un profilo apparentemente “modello” ma segnato, secondo lo specialista, da una profonda povertà emotiva. Una ragazza capace di mostrarsi perfetta all’esterno, ma priva di slancio e vitalità interiore.
La tragedia di Traversetolo si conferma così un caso di cronaca nera che va oltre l’indagine giudiziaria: è uno specchio inquietante di fragilità nascoste e silenzi familiari. Mentre si attende la conclusione del processo, restano i dubbi, la pietà e una domanda che nessuna perizia potrà mai sciogliere: come può l’assenza di emozioni trasformarsi in tragedia?

