Aveva pubblicato il suo curriculum su Facebook, come fanno in molti, sperando in una nuova occasione lavorativa. Ma per una giovane del Levante ligure, quell’atto di fiducia si è trasformato in un incubo. Un uomo di 35 anni, irregolare sul territorio, l’ha contattata fingendosi un datore di lavoro interessato al suo profilo. Da lì, l’inizio di un inganno social nel Levante ligure che ha condotto a una violenza tanto improvvisa quanto brutale.
La ragazza aveva intuito qualcosa di strano e aveva rifiutato di incontrarlo. Ma l’uomo non si è arreso: l’ha raggiunta mentre era al lavoro, costretta a salire in auto e portata in un appartamento dove ha subito l’abuso. Poi l’ha abbandonata in strada, lasciandola sconvolta e ferita. Fortunatamente una pattuglia dei carabinieri, di passaggio, ha notato la giovane in stato di choc e ha dato il via a indagini rapide e precise.
Il responsabile è stato fermato poco dopo, mentre tentava di allontanarsi dalla zona. Per lui sono scattate le manette e il trasferimento nel carcere di Pontedecimo. Il caso – un inganno social nel Levante ligure che si è tramutato in una violenza reale – riaccende il dibattito sulla sicurezza digitale e sui rischi legati alla pubblicazione dei propri dati personali sui social network.
Un gesto semplice, come condividere un curriculum online, può diventare un’esca per chi ha cattive intenzioni. L’episodio è un monito severo: serve più prudenza, ma anche una rete di protezione più solida per chi cerca lavoro attraverso il web. Perché nessuno dovrebbe pagare con la paura o la violenza il prezzo della fiducia.
Il fermo dell’uomo, ora a disposizione dell’autorità giudiziaria, è un primo passo verso la giustizia. Ma la vera battaglia sarà quella di impedire che altri casi come questo – inganno social nel Levante ligure – possano ripetersi.
