Un giovane di 24 anni, cittadino marocchino domiciliato nella provincia di Bergamo, è finito sotto inchiesta per aver diffuso contenuti di propaganda jihadista tramite un profilo Facebook seguito da migliaia di utenti. L’indagine, condotta dalla Digos e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ha accertato la presenza di oltre 60 video tra i circa 300 pubblicati, contenenti inni e immagini riconducibili allo Stato Islamico e a figure note del jihadismo internazionale.
Il giovane, che in passato aveva vissuto a Modena, aveva preso precauzioni per sfuggire ai controlli, limitando l’accesso ai propri contenuti e muovendosi spesso in Italia senza lasciare tracce. I post, pubblicati tra il 2022 e il 2024, includevano canti in arabo, immagini simboliche e persino un testamento spirituale, tutti elementi che secondo gli inquirenti indicano un processo di auto-radicalizzazione.
L’operazione si è conclusa con una perquisizione informatica, durante la quale sono stati sequestrati dispositivi digitali per ulteriori analisi. Il giovane è ora indagato per istigazione a delinquere con finalità di terrorismo tramite strumenti informatici. Le autorità proseguono le verifiche per chiarire se l’attività online fosse preludio a un coinvolgimento diretto in azioni radicali.
Il caso evidenzia ancora una volta come i social network possano diventare veicoli per la diffusione di ideologie estremiste, e come sia fondamentale un controllo costante da parte delle forze dell’ordine per prevenire fenomeni di radicalizzazione sul territorio italiano.